La compensazione |
All’interno del timpano c’è aria (gas, quindi comprimibile). Sul timpano l’acqua esercita la sua pressione che va annullata con una forza pari dall’interno per non avere deformazioni e lesioni: questo si ottiene tramite la compensazione. E’ necessario compensare tutte le volte che se ne sente la necessità. Esistono varie tecniche di compensazione. La più comune è la “Valsava” che consiste nel chiudersi il naso con le dita e spingere con dolcezza l’aria a bocca chiusa. Il “Marcante-Odaglia” consiste nello spingere, a naso chiuso, la lingua sul palato molle. E’ inoltre da ricordare la deglutizione, anche se spesso non è efficace, quindi poco consigliabile. Immediatamente dopo l’entrata in acqua spostare la testa prima su un lato e poi sull’altro facendo in modo che l’acqua venga a contatto con le orecchie; si eviterà così il colpo d’ariete. Se non si riesce a compensare durante la discesa bisogna risalire di qualche metro, fino a quando la manovra non avrà successo. Durante la risalita in genere non si hanno problemi perché l’aria in eccesso defluisce automaticamente. In caso di forte raffreddore rinunciare all’immersione e comunque prima dell’immersione non usare spry o pastiglie decongestionanti (pericolo di estroflessione in risalita). In ogni caso, se non riesci a compensare, rinuncia all’immersione.
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